Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaRapporti ancora molto tesi tra il Governo italiano e la Corte penale internazionale sul caso Almasri. Il confronto tra l’Esecutivo e i giudici della Cpi si gioca su un piano squisitamente procedurale in una vicenda costata l’iscrizione nel registro degli indagati del ministro della Giustizia Carlo Nordio (insieme alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Piantedosi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano) per favoreggiamento e omissioni di atti di ufficio dopo un esposto trasmesso dalla Procura di Roma al tribunale dei ministri. E intanto si accende anche il confronto tra servizi e procura di Roma. Comincerà, infatti, all’inizio della prossima settimana il lavoro della Procura di Perugia sull’esposto presentato dal Dis per la pubblicazione di informative d’intelligence sul Domani. Secondo quanto risulta all’Ansa il fascicolo sarà infatti iscritto lunedì. Nell’esposto è stata segnalata l’ipotesi di violazione dell’articolo 42 comma 8 della legge 124 del 2007, in quanto la procura di Roma in qualità di destinataria delle informative riservate avrebbe dovuto adottare le necessarie cautele per evitarne l’indebita diffusione. Il riferimento è all’informativa sul caso di Gaetano Caputi, capo di Gabinetto della premier Giorgia Meloni.Denuncia dei Servizi segreti contro il pmI servizi segreti hanno presentato un esposto contro Francesco Lo Voi, procuratore di Roma, indiziato di aver consegnato agli avvocati documenti riservati di cui invece avrebbe dovuto “tutelare la riservatezza”. A metterlo nero su bianco in un atto depositato alla Procura di Perugia è il Dipartimento di informazioni e sicurezza. Nel mirino le carte pubblicate sul quotidiano Domani, relative all’informativa dell’Aisi sul caso di Gaetano Caputi, capo di gabinetto della premier Giorgia Meloni, che sarebbe stato spiato dai servizi segreti. Da lunedì 10 febbraio il procuratore di Perugia Raffaele Cantone dovrebbe iniziare a valutare se il suo collega di Roma, Francesco Lo Voi, abbia violato o meno la legge diffondendo un documento riservato dell’Aisi. Secondo il Dis, l’articolo 42 comma 8 della legge 124 del 2007, dispone che se l’autorità giudiziaria ordini l’esibizione di documenti classificati per i quali non sia opposto il segreto di Stato, gli atti sono consegnati all’autorità giudiziaria richiedente, che ne cura la conservazione con modalità che ne tutelino la riservatezza, garantendo il diritto delle parti nel procedimento a prenderne visione senza estrarne copia. Il documento integrale è stato invece pubblicato sul quotidiano, dunque in possesso di una copia. Il Dis si è quindi rivolto alla procura di Perugia, competente per le indagini sui magistrati della Capitale, affinché accerti se sia stata violata la legge.Loading…La difesa del GuardasigilliVia Arenula nei prossimi giorni, così come annunciato dallo stesso capo del dicastero nell’informativa al Parlamento, invierà all’Aja un documento per chiedere alla Cpi spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico. Il 5 febbraio in Parlamento, Nordio ha parlato di errori e di “nullità” del mandato di arresto spiccato il 18 gennaio dalla Corte. «E’ arrivato in lingua inglese senza essere tradotto, con una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l’immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d’appello» di Roma ha detto. Un atto – a detta del ministro che è tornato a ribadire la ferma volontà del governo di “andare avanti” sulla riforma della giustizia – caratterizzato da “incertezza assoluta” a cominciare, ha sottolineato, «dalla data in cui sarebbero avvenuti i crimini: si dice a partire dal marzo 2015 ma nel preambolo si parlava del febbraio 2011, quando Gheddafi era ancora al potere». Nell’atto che verrà trasmesso all’Aja, il ministero potrebbe fare riferimento agli “incomprensibili salti logici” presenti a dire del ministro nel dispositivo della pre-trial Chamber della Corte penale internazionale. «Le conclusioni del mandato di arresto risultavano differenti rispetto alla parte motivazionale», ha riferito il ministro davanti ai parlamentari.Detto e contraddetto: le polemiche sul caso AlmasriPossibili altre denunce alla Cpi su AlmasriMa all’attenzione dei magistrati di stanza all’Aja potrebbero arrivare anche altre denunce dopo quella presentata da un cittadino sudanese vittima delle torture del generale libico e in cui si tirano in ballo, oltre al ministro della Giustizia, anche la premier Meloni e il ministro Piantedosi. Secondo la segnalazione, non consegnando il generale alla Cpi, il presidente del Consiglio e i ministri «hanno abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali». «Stiamo valutando di presentare altre denunce alla Corte», annuncia l’avvocato Omer Shatz, direttore di Front-Lex.Le condotte omissive contestate a NordioSul fronte interno, intanto, muove i primi passi l’indagine del tribunale dei Ministri dopo l’invio degli atti da piazzale Clodio. I giudici procederanno in primo luogo all’acquisizione e all’analisi degli atti in attesa della memoria difensiva da parte degli indagati. Favoreggiamento e peculato i reati contestati a Meloni, Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. Per Nordio il procuratore della Capitale, Francesco Lo Voi, individua anche condotte omissive. Fattispecie che sarebbero legate alle “mancate interlocuzioni” con la Corte d’Appello di Roma e anche al non avere firmato la richiesta di un nuovo mandato di cattura per il generale libico. Una iniziativa che gli uffici di via Arenula avevano suggerito di fare inviando al ministro Nordio una bozza il 20 gennaio, 24 ore prima della liberazione del cittadino libico. Del profilo penale previsto dall’articolo 328 del codice, non citato nella denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, è stato lo stesso Nordio a parlarne nel corso dell’informativa.