“Siria, oggi inizia un nuovo
capitolo, un capitolo di speranza, resilienza e guarigione. Per
anni abbiamo portato il peso di un dolore inimmaginabile, ma
anche lo spirito incrollabile che ci definisce come siriani.
Come persona che è fuggita dalla distruzione ma non ha mai
smesso di amare la nostra patria, ho sempre creduto nella nostra
forza di superare ogni ostacolo. Questa libertà è una
testimonianza del vostro coraggio, dei vostri sacrifici e del
vostro rifiuto di rinunciare a un futuro migliore. Insieme,
possiamo ricostruire gli uliveti, far rifiorire i gelsomini e
creare una nazione in cui pace e dignità prosperino per tutti”.
Così, su Instagram, la nuotatrice Yusra Mardini, fuggita nel
2015 dalla Siria insieme alla sorella Sara, (la storia delle due
atlete è stata raccontata anche in un film) e costretta a
nuotare in mare per tre ore, insieme alla sorella e ad altre due
persone, per raggiungere l’isola di Lesbo in Grecia, celebra la
caduta del regime degli Assad e di un sistema politico di
repressione durato 54 anni.
“Onoriamo coloro che abbiamo perso forgiando una Siria degna
dei loro sogni – scrive ancora Yusra, che ha preso parte con il
Team dei Rifugiati alle Olimpiadi di Rio 2016 e Tokyo 2020 (dove
fu anche portabandiera) -. Oggi, non ci alziamo solo come
sopravvissuti, ma come architetti di un domani più luminoso”.
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