Il Fondo Monetario Internazionale
(Fmi), è tornato a interessarsi dell’economia venezuelana:
secondo un comunicato dell’organizzazione economica
internazionale, oggi, 7 febbraio, “lo staff tecnico
dell’organizzazione ha informato il Consiglio esecutivo sui
recenti sviluppi economici in Venezuela”, aggiungendo che “si
tratta di una procedura standard per i paesi membri le cui
consultazioni ai sensi dell’Articolo IV sono significativamente
ritardate”.
L’Articolo IV prevede valutazioni periodiche delle economie
dei paesi membri del Fmi, solitamente sulla base di dati
credibili e verificabili forniti dalle stesse autorità
economiche. Questo produce proiezioni sulla crescita economica,
l’inflazione, il reddito pro capite, il debito e altri
indicatori chiave usati per valutare la salute finanziaria di un
paese ed il suo posizionamento sui mercati.
Il Venezuela spesso nasconde e ritarda il rilascio di dati
chiave sulla performance dell’economia venezuelana e dal 2017,
quando Maduro ha decretato una moratoria unilaterale sul debito
estero che supera i 165 miliardi di dollari (queste le stime
degli economisti privati), è fuori dal sistema finanziario
internazionale.
Il Fmi fa notare nel comunicato che le consultazioni sul
Venezuela hanno un ritardo di 18 anni e un mese, dopo che nel
2007 l’allora presidente Hugo Chávez decise di uscire dal Fondo
monetario internazionale e dalla Banca Mondiale.
Nonostante questo, in qualità di membro fondatore, da tempo
Caracas chiede all’Fmi il versamento di 5 miliardi di dollari in
diritti speciali di prelievo, i cosiddetti Dsp, una valuta
contabile usata dal Fondo Monetario Internazionale.
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