Il parlamento dell’Ecuador ha
avviato una procedura di urgenza presso il Comitato delle
Nazioni Unite contro le sparizioni forzate invocando
l’intervento dell’agenzia Onu nel caso della scomparsa di
quattro adolescenti – di età compresa tra gli 11 e i 15 anni – a
seguito dell’arresto da parte di una pattuglia delle forze
armate lo scorso 8 dicembre nella città costiera di Guayaquil. I
deputati dell’assemblea legislativa ecuadoriana hanno inoltre
ordinato alla commissione parlamentare per la protezione dei
bambini di “avviare un processo di indagine sulla scomparsa” che
ha causato un’onda di emozione e indignazione nell’opinione
pubblica del Paese.
“Bisogna metterci la faccia e dire al Paese, a tutti gli
ecuadoriani, soprattutto ai genitori di Josué, Ismael, Saúl e
Steven, dove si trovano i loro figli”, ha sottolineato la
presidente del parlamento ecuadoriano, Viviana Veloz, in una
nota in cui ha criticato il ministro della Difesa, il comando
congiunto delle forze armate e lo stato maggiore
dell’aeronautica militare.
Dopo le denunce delle famiglie e la diffusone delle immagini
delle telecamere di video-sorveglianza che mostrano i militari
aggredire i giovanissimi nel corso dell’arresto, la procura ha
avviato un’indagine per risalire alla dinamica della sparizione
e alla localizzazione dei ragazzini.
Secondo la versione ufficiale del ministero della Difesa i
quatto minori, arrestati nella città di Guayaquil con l’accusa
di aver tentato un furto in un centro commerciale, erano stati
liberati subito dopo. Secondo la ricostruzione del padre di una
delle vittime che ha ricevuto la telefonata del figlio
quindicenne prima di sparire nel nulla, i quattro sarebbero
stati trasportati nella nella base dell’aeronautica militare
nella città di Taura, a 40 chilometri da Guayaquil da dove si
sono perse le tracce.
Dal canto suo, il presidente Daniel Noboa ha ribadito che
“chiunque sia coinvolto nella vicenda” risponderà per quanto
accaduto. “Non copriremo nessuno, difenderemo il principio della
giustizia sociale”, ha aggiunto.
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