TIM resta sotto i riflettori nel paniere del FTSE MIB con un rialzo dell’1,75% in Borsa, sulle voci relative ad una possibile uscita di Vivendi dal capitale ed un ingresso di alcuni fondi di private equity. Una conferma dell’appetibilità di TIM dopo lo scorporo della rete e la focalizzazione sui servizi a maggio valore aggiunto (Brasile, Consumer e Enterprise) ed un primo passo verso una possibile riorganizzazione del Gruppo nato dallo spin-off dell’infrastruttura.
Le ipotesi in campo
Secondo una ipotesi avanzata da Bloomberg, il fondo CVC Capital Partners sarebbe interessato a rilevare la quota del 24% detenuta da Vivendi, che in precedenza aveva manifestato il desiderio di uscire dal capitale, ritenendo la partecipazione in TIM perlopiù finanziaria. Le trattative con i francesi per l’acquisizione della quota, valutata circa 1 miliardo, sarebbero ancora allo stadio preliminare, ma CVC sarebbe anche pronto a promuovere un’OPA se si procedesse con un “break-up del business”. D’altro canto, il Fondo non ha mai nascosto l’interesse per la divisione Enterprise di TIM e, nel 2022, aveva anche avanzato un’offerta vincolante, prontamente respinta da TIM, allora alle prese con il progetto di spin-off della rete.
Frattanto, sarebbero usciti allo scoperto altri contendenti. Secondo il Messaggero sarebbe interessato ad acquistare una partecipazione anche il fondo Bain Capital, mentre Il Sole 24 Ore fa il nome di Apax Partners.
Al di là dell’offerta migliore, l’operazione dovrà ricevere anche il via libera del Governo Italiano, che detiene una quota in TIM, tramite CDP e che può esercitare il Golden Power per bloccare operazioni non ritenute strategiche per il Paese.
Il giudizio degli esperti
Secondo gli analisti di Banca Akros, “l’interesse di Vivendi a cedere la sua quota è in linea con gli ampi sforzi di ristrutturazione completati di recente ed effettivi da ieri, che hanno visto Vivendi dividersi in quattro entità distinte” (pay TV, editoria, media e la vecchia holding di partecipazioni). L’operazione non dovrebbe sfociare in un’offerta pubblica d’acquisto di CVC su TIM, sottolinea banca Akros, secondo cui ogni potenziale acquirente aspetterà la definizione del contenzioso sulla tassa di concessione del 1998 per avanzare una ipotesi di offerta ed anche la definizione dell’earnout derivante da una potenziale fusione fra Fibercop ed Open Fiber.
Secondo Equita, lo “scenario più probabile” implica l’acquisizione di una quota da parte di CVC senza un completo takeover. “L’operazione potrebbe avere a nostro avviso il supporto del governo, che deve dare l’approvazione ai fini Golden Power”, spiegano gli esperti di Equita, aggiungendo che resta “valida l’idea che TIM possa procedere poi con una conversione delle risparmio per rimuovere un ostacolo alle operazioni straordinarie e semplificare la struttura del capitale”. “In uno scenario di take over – si sottolonea – pensiamo che l’offerta possa riguardare sia le ordinarie che le risparmio, ma non sarebbe affatto scontata l’offerta di un premio alle risparmio, nonostante il mancato pagamento del dividendo alle risparmio in questi ultimi 3 anni”.